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Ricordate che ciò che sono oggi gli uomini sono la conseguenza di ciò che noi “mamme" abbiamo dato a loro quando erano dei bambini.
Ora chiedo ad ogni donna, ad ogni mamma, ad ognuna di voi: ti sei mai guardata allo specchio quando eri arrabbiata con tuo figlio, con tua figlia? Guardati allo specchio e ti renderai conto di che cosa sei in quel momento, di che cosa fai vedere a tuo figlio o a tua figlia. Se non lo hai mai fatto, fallo! Scoprirai un tuo lato che non ti piacerà per niente ma che in quel momento ti appartiene perché quella sei: un mostro!
Vuoi essere un mostro o una mamma per tuo figlio o tua figlia?
La scelta spetta solo a te.
Ricorda però che il mostro allontana il figlio, la mamma invece no!
Ora mi chiedo ma chi sono io per insegnare il peggio di me a mio figlio?
Chi sono?
Sono un essere spregevole perché ho insegnato a mio figlio ad odiare la donna, ad odiare la mamma, ad odiare la madre.
Ecco che mi sono risposta alla prima domanda: perché l’uomo odia la donna e la donna odia la donna? E la risposta è: io mamma, io madre, io donna ho insegnato all’uomo ad odiare la donna, ho insegnato alla donna ad odiare la donna. La responsabilità è tutta mia perché mi sono dimenticata che quel bambino, quella bambina un giorno sarebbe diventato un uomo o una donna e quello che è diventato/a è merito solo ed esclusivamente mio.
Non so se voi la pensiate come me ma sento che ciò è giusto per me.
Perché ci sono tante guerre?
Perché noi donne, noi madri, noi mamme non facciamo niente per impedire che i nostri figli vadano in guerra anzi ne siamo orgogliose.
Ma di che cosa dobbiamo essere orgogliose?
Orgogliose che nostro figlio uccida il figlio di un’altra donna?
È questo di cui dobbiamo essere orgogliose?
Io dovrei sentirmi orgogliosa che un’altra donna, un’altra madre, un’altra mamma soffra nel sapere che il frutto del suo ventre è morto?
No! Mi rifiuto. Lo rifiuto categoricamente!
E allora mi chiedo che cosa posso fare io donna per cambiare il mondo?
Come posso cambiare il mondo?
Insegnando ai nostri figli, maschi e femmine, che sono uguali e che quello che fa una femmina può farlo anche un maschio. Quello che fa un maschio può farlo anche una femmina. Non c’è distinzione di sesso. Sono uguali, siamo uguali.
Insegniamo loro che sono importanti per noi.
Insegniamo loro ad avere fiducia in noi.
Insegniamo loro ad avere fiducia nelle loro capacità.
Insegniamo loro a credere in se stessi.
Insegniamo loro a conoscersi.
Insegniamo loro ad accettarsi per quello che sono.
Insegniamo loro il valore della famiglia.
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- continua . . .
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